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La vedova Gucci rinuncia a semilibertà: «Non ho mai lavorato in vita mia»
Mi fa piacere.Mi fa piacere che la Sig.ra Reggiani abbia preferito il carcere al duro lavoro in un Ristorante (o in una Palestra, a scelta!) del centro di Milano.
In questo modo potrà
dedicarsi a curare le sue piante
chissà mai che decida di coltivare un orto in carcere, diventando così la portabandiera del movimento dei Downshifters Ortolani Italiani (DOI).
Inoltre
A San Vittore, Patrizia Reggiani ha anche un animaletto a farle compagnia, un furetto
….non vorremo mica lasciarlo solo per andare a lavorare????
Non vorremo turbare il delicato “equilibrio” raggiunto in carcere?Non vorremo rovinare la pace bucolica faticosamente guadagnata?
Senza contare che la Signora usufruisce già di permessi settimanali che utilizza per andare a trovare (giustamente) la madre e le figlie….dico io…che bisogno c’è di esagerare uscendo dal carcere ogni giorno che Dio manda in terra per andare a servire primi e secondi in un Ristorante?
Non si era detto di rallentare, di eliminare il superfluo, di “scalare marcia”??????
E la Signora scala!
Inoltre, a quanto pare, il carcere di San Vittore non è attrezzato per gestire detenuti in semilibertà, per cui nel caso la Signora dovrebbe trasferirsi nel supercarcere di Opera…..e chi ci garantisce che laggiù godrebbe degli stessi benefici ?Anni e anni (14 per l’esattezza, mica pizza e fichi) a costruire un’ oasi di serenità, a far crescere piante e fiori, ad allevare furetti per poi rinunciare a tutto così? Per un lavoro??NON SIA MAI.
Brava Signora Patrizia.Tenga duro.E pianti un pò di cavolo cappuccino.
Ecco il link all’articolo del Corriere
Fra l’altro….ieri ho pulito casa con l’aceto, ma non vorrei rubare spazio alla Signora Reggiani con le mie elucubrazioni sulle indiscusse e provate doti dell’aceto come metodo di pulizia.
Quindi dell’aceto parlerò domani.
gilda ha detto:
la signora reggiani è coerente con se stessa, nn capisco questa polemica nei suoi confronti, io mi incazzerei di più con quelle laureate disoccupate che stanno in saccoccia ai genitori, e nn accettano…. non sia mai… di andare a servire primi e secondi in un ristorante… o di lavorare alla segreteria di una palestra che preferirebbero frequentare. la signora reggiani, ha fatto la sua scelta, il suo tempo e la sua vita, largo ai giovani e che si guadagnino da vivere, invece di spaccare vetrine alle manifestazioni.
gilda pedone
downshiftingamodomio ha detto:
La signora Reggiani e’ coerente con una logica e un modo di pensare che io non condivido, come non condivido la logica di laureati che non vogliono fare “gavetta”. A proposito di laureati pero’, vorrei anche menzionare tutti coloro che , dopo essersi fatti ” un culo così” studiando e lavorando ( in bar e palestre) al primo colloquio in un
‘azienda si sentono rispondere ” bravo ma a noi serve un laureato, giovane e CON ESPERIENZA”. Sottopagato, aggiungerei io.